Mentre guardo la maratona femminile alcune idee mi frullano per la testa che vorrei condividere. In questi giorni la gioventù di tutto il mondo si trova a Tokyo a festeggiare la festa dello sport in piena pandemia mondiale. il mondo si divide in due, quelli che guardano e quelli che partecipano, affascinati da questo evento mondiale che quest’anno non sarà bisestile, un altro effetto collaterale del covid, l’hanno rimandata di un anno, per la prima volta nella storia.
Mi vengono alla mente le parole scritte da Alessandro Baricco a conclusione della sua bellissima versione dell’Iliade. Ettore e Achille, desiderano la pace, sono stanchi di tante battaglie, cercano di smettere, ma trascinati dagli eventi ritornano al combattimento per trovarvi la morte e la gloria sotto le mura di Troia, che li ha resi immortali fino ai nostri giorni. Perché? Perché, spiega Baricco, bisogna ammetterlo, la guerra è terribile, orribile, ma ha un tremendo fascino: per smettere di far la guerra, per vivere in pace, bisogna inventare qualcosa di più bello della guerra.
Quando lessi queste parole, mi chiesi “ma come può essere che Alessandro Baricco non si sia reso conto?”
L’unica cosa più bella della guerra, l’unica che la interrompe è già stata inventata. Anzi furono proprio loro, i greci, che tra Omero e compagni, ci hanno tramandato le gesta degli eroi della guerra di Troia, proprio loro la inventarono. Le olimpiadi. Inventate per fare una tregua tra tante guerre fratricide, per celebrare gli dei dell’olimpo, atleti o statue, comunque trasformati in mito.
Mi vengono alla mente le parole dette da Alessandro, Barbero, pronunciate più volte nelle sue conferenze di storia sulla rivoluzione francese, su Napoleone, su Waterloo. i principi rivoluzionari, Liberté, Egalité, Fraternité…beh, spiega Barbero, della Fraternité non gliene fregato mai tanto a nessuno… ma i principi di Liberté e Egalité, Napoleone le ha portate in giro per l’Europa, con il suo nuovo codice giuridico, con le sue leggi rivoluzionarie che hanno cambiato il mondo.
Quando ascoltai queste parole mi chiesi… mi risuonano in testa…mi chiedo “ma come può essere che Alessandro Barbero non si sia reso conto?”
Agli sportivi importa eccome la Fraternité! E un altro francese, De Coubertin…a dir il vero non son proprio sicuro che De Coubertin avesse in testa la fraternité, non son sicuro che fosse proprio convinto che tutte le razze, uomini e donne siano uguali… ma reinventando le Olimpiadi in epoca moderna ha portato la fraternité in giro per il mondo e lo sta cambiando.
Guardo le atlete correndo nella piana di Maratona… pardon… di Sapporo compiere la distanza, 41 km e 192 metri che le separano da Atene…cioè… dal traguardo… le vedo tagliare il traguardo e crollare a terra sfinite per lo sforzo e per il caldo… come Filippede, il guerriero ferito che, come vuole il mito, corse questa distanza per la prima volta che si ricordi, più di 2.000 anni fa, per annunciare la vittoria e la fine della guerra…donne dalla pelle scura che cercano di dimostrare che la razza africana è superiore… ma no, una statunitense, una bielorussa dalla pelle bianca dimostrano che no… ma una pelle africana veste la maglia della Germania con onore… ma con disonore per chi la voleva ariana…una giapponese arriva ottava. Sul vertice dell’olimpo, le otto finaliste, tutte le razze sono rappresentate…
Nell’inferno della mia Divina Commedia la condanna Dantesca per assassini, criminali, razzisti, discriminatori di razze, sesso e religioni li condanno, nella mia fantasia, a riguardare cento finali olimpiche.
Ogni 4 anni, sempre più nazioni, piccole e dimenticate, si affacciano nel medagliere olimpico, atleti di tutte le razze e religioni si abbracciano al traguardo. Donne, discriminate per essere donne, più forti, più veloci, più resistenti e più coraggiose della maggior parte dei maschi che le emarginano sono osannate come l’unica medaglia del loro paese. Godo e mi commuovo.
Perché alle olimpiadi le medaglie delle donne valgono quanto quelle dei maschi e tutti le tifano e vincono con loro, vincono grazie a loro, delegano alle donne il compito di vincere per loro. Durante l’anno, no. Televisioni e giornali preferiscono parlare dei maschi, ma alle olimpiadi tutti sono uguali.
Le olimpiadi sembrano dar ragione a Hans Rosling, autore, insieme a suo figlio e a sua nuora, di “Factfulness. Ten Reasons We’re Wrong about the World-and Why Things Are Better Than You Think”. Il mondo migliora, le olimpiadi sono un Fatto, le cose vanno meglio di quel che pensiamo. Per ogni piccolo paese, sperduto, in continenti lontani dal mondo ricco, che si presenta alle olimpiadi, che si affaccia nel medagliare, per ogni donna che vince…c’è un grande movimento sportivo, fatti di tanti impianti sportivi, di allenatori e migliaia di atlete e atleti che si dedicano allo sport, abbattendo record nazionali, muri, pregiudizi e discriminazioni, che crollano.
Ma tutto questo fa paura. Fa paura ai signori della guerra. A quanto si racconta, già nella prima guerra mondiale, i soldati, lo sport, dissero basta, deposero fucili e mitragliatrici, smisero di ammazzarsi per giocare una qualche partita di calcio. Era un messaggio premonitore del secolo di sport che stava arrivando. Negli ultimi 125 anni le grandi guerre si son raffreddate, han lasciato posto allo sport. I signori della guerra e del potere son stati obbligati a far politica in tempo di pace e a complottare…Li abbiamo visti strumentalizzare le olimpiadi per continuare le loro guerre… Berlino 36, Mexico 68, Monaco 72, Montreal 76, Mosca 80, Los Angeles 84 son diventate teatro della politica per cause forse giuste, a volte, ma con mezzi quasi sempre sbagliati.
Farei giusto due eccezioni e due distinguo.
– Messico 68, i velocisti USA, alzarono il loro pugno sul podio olimpico dei 100 metri, in segno di protesta contro la discriminiazione della comunità afro-americana.
Non avevano altri teatri che il podio olimpico. Furono squalificati. Loro non sapevano che l’Africa avrebbe dominato la velocità mondiale per i successivi 53 anni, anche travestita con la maglia di tutti i continenti.
Sicuramente la repressione dei velocisti USA fu ingiusta quanto inutile.
Ma la discriminizione e la protesta, nonostante Obama presidente, continuano.
(Mentre scrivo Desalu e Jacobs cantano Fratelli d’Italia con Patta e Tortu e mi commuovo)
– Montreal 76, le nazioni africane rinunciarono per protesta contro Sudafrica, John Velzian, allenatore bianco del Kenya, che aveva sposato l’Africa, era contrario: sapeva che le squadre africane erano pronte per sommergere le olimpiadi con le loro medaglie. Il dominio africano della corsa di resistenza dovette aspettare altri 4 anni. Proteste giuste, mezzi sbagliati.
Per tre volte, 1916, 1940, 1944, le olimpiadi son state sospese per far la guerra. Se le olimpiadi antiche sono nate per interrompere la guerra, nel secolo scorso le guerre hanno interrotto le olimpiadi. De Coubertin ha invertito la storia. La fratellanza dello sport va avanti e giovani di tutto il mondo si incontrano, si conoscono, si rispettano e si abbracciano. Qualcuno paragona la pandemia del Covid a una guerra mondiale, e per certi versi ha forse ragione, ma se cosí fosse questa volta la guerra-covid non ce l’ha fatta, e le olimpiadi, solo rimandate di un anno, son fatte.
Questa volta paesi di tutto il mondo si sono aiutati su una scala mai vista e si sono ritrovati al traguardo di questa pandemia, cioè, di questa olimpiade.
Raffaello Fabio Ducceschi
(ex olimpionico di marcia)